La crisi educativa e la formazione senza frontiere 

Se da un lato la crisi educativa è evidente, dall’altro le nuove infrastrutture digitali aprono nuove frontiere alla formazione. Ma siamo pronti per tutto questo? Valorizziamo l’intelligenza emotiva?

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“Il Covid-19 ha portato la peggior crisi educativa della nostra epoca” sostiene l’ultimo rapporto di UNICEF  analizzando gli effetti nel settore della formazione. 

Uno dei continenti che ha visto il settore della formazione più colpito è quello americano. É in America Centrale e Meridionale, infatti, che si conta il maggior numero di studenti lontani dalle aule per un periodo più prolungato.

In paesi come il Perù o il Brasile, bambini e ragazzi non siedono al proprio banco da marzo 2020.

All’incremento dell’abbandono scolastico si aggiunge un rallentamento del livello di formazione in ogni fascia di età, e per il momento la situazione non accenna a migliorare. E ne soffriranno anche l’intelligenza emotiva dei ragazzi. 

La formazione senza frontiere che apre nuovi orizzonti

Nel frattempo in Europa riparte il progetto Erasmus e gli scambi di formazione interculturale e approfondimento delle lingue ai quali ormai la generazione universitaria non può più continuare a rinunciare.

Ma la pandemia ha portato, forse, qualcosa di buono. Mentre i più giovani perdevano giorni preziosi di apprendimento dal vivo e di socialità, si dice che l’infrastruttura digitale utile al mondo della formazione abbia fatto un “salto nel futuro”.

Lavoratori , disoccupati, studenti hanno scelto di seguire corsi, workshop o addirittura master a distanza organizzati da enti che hanno sede in città lontane o addirittura all’estero.

Il pubblico è vario: c’è la mamma che finalmente riesce a seguire il master a cui ambiva da tempo, lo studente che acquisisce certificato di lingue in un’università straniera, il lavoratore che vuole acquisire nuove competenze utili per la propria professione. 

Le domande ora sono tante. La formazione è quindi diventata più accessibile? Ha davvero ampliato il proprio pubblico? E mentre la tecnologia corre, riusciamo a stare dietro, dal punto di vista psicologico e sociale, alla digitalizzazione della formazione?  

Una cosa è certa: l’istruzione non sarà più la stessa, e i cambiamenti in corso devono esser plasmati secondo le esigenze di tutte le categorie senza travolgere e “stravolgere” percorsi di vita già in corso.

Parlare delle persone e delle esperienze ci aiuta a capire l’anima e l’intelligenza emotiva

Nell’Expat Blog di Transiti ripartono i grandi temi della formazione.

Ci confronteremo su temi come l’educazione sessuale a scuola, la formazione digitale, il valore dell’esperienza Erasmus, il lavoro, la cooperazione e la ‘ripartenza’ degli adolescenti. 

É un inizio cruciale, quello di quest’anno: uno spartiacque tra il pesante passato degli ultimi due anni e un futuro incerto, ma sicuramente carico di novità. 

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