Kim Noble è una pittrice inglese affetta da Disturbo Dissociativo dell’Identità, quello che una volta (ed ancora oggi, più comunemente) era conosciuto come Disturbo da Personalità Multipla -molto diverso dalla costruzione della propria identità in contesti diversi, di cui abbiamo parlato qui-.
“Sono sempre io, ma accetto di essere chiamata Kim”
Kim Noble- Vice.com
Kim ha iniziato a dipingere 12 anni fa, su suggerimento della sua terapista. “E’ stato molto molto utile, mi ha aiutato, mi ha curato”. Il suo non è uno stile unico, ogni opera mostra un lato completamente diverso, un artista diverso, tanto che la stessa Kim definisce le proprie opere “La nostra arte”.
Opera di Kim Noble, The Web Coffee
Il nostro consiglio per questa settimana è di approfondire la vita e le opere di Kim attraverso un documentario prodotto da Vice e che trovate qui.
La storia di Kim è uno straordinario esempio di realizzazione, che dimostra che l’essere affetti da un disturbo dissociativo non è di per sè una condizione tale da precludere la possibilità di imboccare traiettorie di creatività e di generatività. Per Kim la pittura sembra avere rappresentato la via per la conoscenza di parti di sé altrimenti non accessibili. “Non ho mai approcciato la terapia con lo scopo di integrare le personalità. Ho pensato, chi mi rimarrebbe?”.
D’altra parte anche Pirandello in Uno, nessuno e centomila afferma “Di ciò che posso essere io per me, non solo non potete saper nulla voi, ma nulla neppure io stesso.” Ma pensando a Kim e alle mille irriducibili sfaccettature che animano il suo mondo interiore, la nostra mente si posa anche sulle parole di un’altra famosa pittrice, l’artista messicana Frida Kahlo (1907-1954), che a proposito delle proprie opere diceva: “dipingo i fiori per non farli morire”.
Di Serena Vitulo