Turismo delle radici. Il significato, le complessità e una proposta di viaggio nella Sicilia interna, dall’Etna alle Madonie.

Tornare in Italia, ritrovare la terra, la cultura e i sapori delle radici. Come programmare il viaggio e quando farlo.

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II ritorno alla casa di famiglia è un momento carico di emozioni contrastanti. Se l’entusiasmo per il reimmergersi nelle tradizioni, nel paesaggio e nei sapori noti è palpabile, a esso si affiancano anche ansie e incertezze. Ci si chiede se tutto sarà ancora come prima, se gli affetti saranno intatti e se le cose che ci facevano piacere saranno ancora lì ad aspettarci.

Forse questi ritorni erano abitudini della famiglia che, col tempo, si sono diradati perché la famiglia è cresciuta, i figli si sono sposati con compagne/i non italiani, oppure i nipoti non parlano bene l’italiano. Forse questi ritorni non ci sono mai stati perché il costo del viaggio (specie intercontinentale) o gli impegni di lavoro non hanno permesso all’emigrante di mantenere un contatto con il paese di origine. Oppure, nel tempo, coloro che se ne sono andati sono diventati così tanti che oggi non c’è più nessuno da andare a trovare nel paese.

A volte il ritorno può avere un sapore sconosciuto. Può diventare un’esperienza amara, un’emozione appassita. Un ritorno può diventare un momento traumatico, una memoria che non trova più i suoi fili conduttori.

 

Il turismo delle radici

Diventa allora importante progettare il rientro anche in chiave psicologica, ponendosi le giuste domande e costruendo delle risposte capaci di non aumentare le delusioni e le frustrazioni.

“Il turismo delle radici” è un fenomeno emergente in Italia. È un turismo di piccoli luoghi, che riguarda la scoperta o la riscoperta dei paesi dai quali i nostri genitori o nonni sono emigrati. Un turismo per comprendere i valori tradizionali, per risentire la lingua, rivedere i paesaggi e riassaporare i cibi della memoria. Questo turismo delle radici è un’occasione unica per coloro che hanno radici italiane per far conoscere al proprio compagno/a o ai propri figli le tradizioni e le origini di cui ci siamo nutriti fin dall’infanzia. È un modo per trasmettere le radici culturali e i valori che ci definiscono come individui, contribuendo a mantenere vive le tradizioni familiari attraverso le generazioni.

Infine, il turismo delle radici può essere anche un’occasione per scoprire nuovi aspetti del proprio paese d’origine e apprezzare ciò che lo rende unico. Esplorare i luoghi storici, culturali e naturali può rivelare sfaccettature del proprio paese natale che potrebbero essere sfuggite durante la quotidianità vissuta prima di emigrare.

In definitiva, il turismo delle radici è un viaggio profondo e significativo, capace di rinnovare i legami familiari e culturali e di rafforzare il senso di identità e appartenenza. Pur potendo essere impegnativo, questo ritorno alle radici è una pratica preziosa per preservare la nostra storia personale e collettiva, mentre continuiamo a crescere e ad evolverci nel mondo globale in cui viviamo.

Progettare il viaggio

Programmare e progettare il viaggio è un’azione molto complessa, spesso irripetibile e densissima di significati legati al passato e all’identità della famiglia. Una programmazione che deve domandarsi: con chi mi muovo? Dove mi muovo? In quale momento della vita faccio questo viaggio?

È un viaggio che se fatto da giovane si lega al tempo del diploma, a una rara lunga vacanza nella quale progettare il proprio futuro scoprendo le proprie radici. È il viaggio della seconda o terza generazione dove andare a capire chi sei tu e chi erano i tuoi antenati. Oppure è il viaggio della pensione, che si lega a un momento della vita in cui hai più tempo e forse più risorse economiche, un viaggio che non farai in solitaria ma nel quale porterai la tua famiglia, coloro che sono cresciuti accanto a te e ai quali vuoi far conoscere le tue radici, dove sei nato o dove sono nati i tuoi genitori.

Potrebbe anche essere un viaggio di un’occasione speciale, un matrimonio, una morte importante, un’eredità, una scoperta.

E se la nostra meta fosse la Sicilia?

La Sicilia è il territorio con il maggior numero di iscritti all’AIRE (Anagrafe Italiani Residenti all’Estero). Nel 2019,  808.000 siciliani risultavano residenti all’estero, pari a circa il 17% de

gli attuali residenti dell’isola. Numeri importanti ma non esaustivi, legati a chi è partito ed ha deciso di tenere un rapporto stretto, ma non strettissimo, con l’Italia, rinunciando alla sanità del 

paese (ad esempio) ma mantenendo un diritto di voto (come italiani nel mondo).

Alcune province hanno subito maggiori esodi, come Enna con il 52%, Agrigento con il 39% e Caltanissetta con il 30%. Sono aree prevalentemente interne che hanno sofferto un’estrema povertà e arretratezza, ancora visibile ai giorni nostri.

La Sicilia è ancora oggi una grande meta di turismo, sia per le sue città e monumenti, sia per le sue coste. È una Regione che emerge anche fuori dalla stagione estiva, a volte eccessivamente afosa, e che nelle aree interne propone grandi suggestioni.

La Sicilia ad ottobre

Ottobre è un mese ideale per visitare la Sicilia interna, poiché le temperature sono ancora piacevoli e gli affollamenti turistici dell’estate si sono attenuati. Questo offre un’opportunità unica per esplorare la regione in tutta tranquillità e immergersi nella sua autentica bellezza e cultura.

Ecco alcune delle occasioni e attività che la Sicilia interna offre ad ottobre:

  1. Escursioni sull’Etna: ottobre è un momento perfetto per salire sull’Etna e godere di escursioni sul vulcano. Le temperature sono moderate e i colori autunnali rendono il paesaggio ancora più suggestivo. Ci sono diverse opzioni di escursioni, dalle passeggiate più semplici a quelle più impegnative per raggiungere i crateri principali.
  2.  Festival e sagre: ottobre è il periodo in cui molte città e paesi della Sicilia interna organizzano festival e sagre per celebrare le tradizioni locali. Potrete partecipare a feste religiose, fiere gastronomiche e eventi culturali, dove avrete l’opportunità di assaggiare le prelibatezze culinarie tradizionali e conoscere da vicino la cultura locale. 
  3. Raccolta delle castagne e nocciole: l’autunno è il periodo in cui si raccoglie la castagna, e molte aree della Sicilia interna, specialmente nei Nebrodi, sono famose per la loro produzione di castagne. Potrete partecipare a escursioni alla ricerca delle castagne, oppure semplicemente gustare piatti a base di castagne presso i ristoranti e le sagre locali. 
  4. Passeggiate tra i borghi: ottobre è il momento perfetto per esplorare i caratteristici borghi della Sicilia interna, come Castiglione di Sicilia, Randazzo, Petralia. Potrete passeggiare per le stradine lastricate, visitare i monumenti storici e ammirare l’architettura tradizionale.
  5. Enogastronomia: ottobre è il periodo delle vendemmie, e la Sicilia è famosa per i suoi vini pregiati. Potrete partecipare a tour enogastronomici tra le cantine locali e degustare vini tipici. Inoltre, questo è il momento in cui si trovano anche prodotti autunnali come funghi e tartufi.

In generale, ottobre offre una varietà di occasioni per scoprire la bellezza e le tradizioni della Sicilia interna. Che siate amanti della natura, della cultura o della gastronomia, troverete sicuramente qualcosa che vi affascinerà e vi lascerà con ricordi indelebili di questa meravigliosa regione.

Consigli pratici

Alcuni consigli testati nel viaggio in bicicletta del progetto LifeSic2Sic in Sicilia ci permettono di consigliare nelle montagne siciliane: il Rifugio Sapienza sull’Etna; sotto il vulcano a Calatabiano l’Antico Borgo Etneo; nelle sperdute montagne di Floresta (il Comune più alto della Sicilia) lo sperduto Agriturismo del Capitano; tra le Nebrodi e le Madonie gli Agriturismi di Cerano e Petralia Sottana. 

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